L’occhio contiene un liquido trasparente, l’umor acqueo, che viene prodotto dai corpi ciliari e viene drenato dall’angolo irido-corneale. Vi è un equilibrio costante tra la quantità di liquido formata e quella drenata in modo che la pressione endoculare (IOP) si mantenga entro determinati parametri (da 10 a 20 mm/Hg nel cane e nel gatto, fino a 28 mm/Hg nel cavallo). Se intervengono delle patologie che rallentano o impediscono la fuoriuscita dell’umor acqueo, si verifica il glaucoma.

I SINTOMI

Dolore, lacrimazione, abbattimento, aumento di volume del globo oculare, aumento della pressione intraoculare, edema corneale (cornea cerulea), midriasi (pupilla dilatata), cecità per danni irreversibili al nervo ottico e alla retina

I glaucomi possono essere primitivi, cioè dovuti a una malformazione dell’angolo. Questi glaucomi sono ereditari. Colpiscono moltissime razze di cani (Siberian Husky, Cocker Americano, Beagle, Basset Hound, Barboncino, Shar-Pei, Chow Chow ecc.) con differenze nell’età di insorgenza (in genere tra i 2 e i 5 anni) e nel tipo di malformazione dell’angolo che ne provoca il malfunzionamento. Spesso purtroppo sono colpiti entrambi gli occhi a distanza di mesi o di qualche anno tra loro.
I glaucomi primitivi sono molto rari nel gatto e nei cavalli.

Ci sono poi i glaucomi secondari nei quali una neoplasia endoculare o aderenze e membrane di origine infiammatoria, rendono inadeguato l’angolo. Le cause più frequenti sono quindi i traumi, le endoftalmiti, le uveiti, le lussazioni della lente.
Purtroppo il glaucoma è anche una possibile complicazione tardiva dell’intervento di cataratta.
Un aumento della pressione endoculare subito dopo l’intervento di cataratta avviene in un’alta percentuale di casi e non pregiudica la riuscita dell’intervento se il problema viene immediatamente risolto. E’ per questo che molti chirurghi oculisti veterinari tengono sotto osservazione nelle proprie strutture gli operati per almeno tre ore dopo la chirurgia.

Il trattamento del glaucoma prevede la somministrazione giornaliera a vita di colliri e/o l’effettuazione di interventi chirurgici specifici. Come per molte altre patologie oculari, la tempestività è essenziale per preservare la vista dell’animale: il nervo ottico è una struttura sensibilissima e in alcune razze basta il perdurare per poche decine di ore di una elevata IOP per causare lesioni irreversibili. Purtroppo nei nostri animali mancano i sintomi soggettivi (l’animale non ci dice che sta cominciando a vedere un po’ meno o che ha dolore) e quando quelli oggettivi (visibili cioè dall’esterno) diventano evidenti per il proprietario, in genere è ormai troppo tardi.
La chirurgia si avvale dell’uso del laser (l’applicazione chirurgica di valvole di drenaggio ha scarso successo nei nostri animali), il cui scopo è di distruggere un gran numero di processi ciliari, luogo di produzione dell’umor acqueo. Il laser può essere applicato dall’esterno (via transclerale), ma la via di applicazione più efficace e sicura è quella attraverso il foro pupillare (endolaser).
Questo tipo di chirurgia, dato la sua complessità ed il suo costo, viene effettuata solo se la vista è mantenuta e la IOP tenuta sotto controllo con i farmaci. Con essa si cerca di prevenire futuri innalzamenti della pressione in occhi nei quali l’inevitabile progressione della malattia renderebbe la terapia medica insufficiente.

PREVENZIONE

La prevenzione è quindi sicuramente l’arma migliore: Prevenzione nei riproduttori delle razze a rischio eseguendo, nel corso di una visita di screening per le malattie ereditarie, anche l’esame dell’angolo iridocorneale mediante gonioscopia. Purtroppo questo tipo di approfondimento deve essere spesso effettuato con l’animale sedato e comporta quindi tempi e costi diversi rispetto ad una visita standard. Prevenzione nell’occhio superstite di un cane affetto da glaucoma primitivo, effettuata tramite terapia a vita con colliri adeguati. Prevenzione nei cani con uveiti in atto o pregresse, facendo controlli periodici. Prevenzione negli operati di cataratta con controlli almeno 3 volte l’anno.

 

Un occhio glaucomatoso con pressione intraoculare molto elevata nonostante le terapie, non solo è definitivamente cieco, ma causa anche molto dolore all’animale.
Per evitare questa sofferenza sono possibili, e doverosi, alcuni tipi di interventi chirurgici:

  • L’enucleazione consiste nell’asportazione del globo oculare. Le palpebre vengono suturate e si saldano.
  • In molti casi si può mettere una protesi endosclerale: così modificato l’occhio appare molto simile ad un occhio normale, ma ovviamente non ha alcuna capacità visiva .
  • Un’altra opzione è la ciclocrioterapia che determina la necrosi dei processi ciliari mediante il loro congelamento transclerale.
  • L’ultima possibilità, consigliabile solo nei casi nei quali i rischi anestesiologici sono elevati, è quella di effettuare una iniezione di gentamicina dentro il vitreo. Il farmaco determinerà una atrofia dei processi ciliari e quindi una riduzione della produzione dell’umor acqueo. Questa procedura viene fatta con un’anestesia molto breve e non particolarmente profonda, ma a volte non è del tutto risolutiva.