Come somministrare il collirio o la pomata oftalmica
Nella maggior parte dei casi, sia nei cani che nei gatti, per somministrare un farmaco dentro l’occhio bisogna essere in due. Una persona tiene l’animale ponendosi alle sue spalle in modo che non possa indietreggiare e sorregge la testa inclinandola con il naso verso l’alto. L’altra persona appoggia sulla fronte del paziente la porzione laterale esterna della mano che tiene il flacone e con l’altra mano apre delicatamente l’occhio. Non bisogna mai fare pressione sull’occhio, specialmente se è ulcerato o operato: basta aprire pochissimo una delle palpebre tirandola lontano dal suo margine. Non occorre vedere la superficie dell’occhio, basta che sia visibile la congiuntiva o la terza palpebra. Se siete soli e dovete medicare un gatto o un cane piccolo vi conviene accoccolarvi sul pavimento e tenere l’animale tra le ginocchia.
Cercate di essere molto delicati e rassicurate il vostro animale con voce dolce. Dategli un premio dopo ogni medicazione. Spesso gli occhi malati fanno molto male e se vi cimentate in una guerra per poterli medicare inevitabilmente la perdete, e con essa la possibilità di curare la malattia.
Per medicare gli occhi dei cavalli bisogna essere ancora più abili ed esperti. Comunque è utile essere almeno in due e reclinare leggermente di lato la testa dell’animale sollevando il naso e cercando di mettere l’occhio su un piano orizzontale. Spesso occorre contenere l’animale con un torcinaso.
Molti spruzzano i colliri nell’occhio del cavallo con una siringa con un ago da insulina spezzato all’attaccatura del cono: si ottiene così un piccolo foro dal quale il liquido esce a pressione e può essere schizzato da distante. Spesso il disagio provato dall’animale rende le medicazioni successive ancor più difficoltose. Il veterinario può anche applicare, in sedazione e anestesia locale, un lavaggio subpalpebrale: si tratta di un tubicino che sbocca sotto la palpebra superiore, viene fissato con qualche punto alla palpebra stessa e alla fronte, corre lungo il collo legato alla criniera e finisce al garrese. Da lì possono essere somministrati i colliri, immessi nel tubo e poi spinti da bolle di aria.